martedì 27 marzo 2012

L'Italiano altrove



Laura, Federico ed Alessandro sono i miei compagni del viaggio d'andata.
Ci conosciamo, un po' per caso, all'aeroporto di Dubai e sotto l'iscrizione luminosa Melbourne-Auckland ci consegnamo la scelta delle nostre destinazioni.

Laura e Federico, che stanno insieme ed hanno circa 30 anni, hanno in tasca un working holiday neozelandese.
Il working holiday e' quella formula che ti permette di restare in un paese per un determinato periodo nel quale puoi lavorare.
La loro destinazione e' Aukland in Nuova Zelanda. Hanno idea di viaggersela per raccogliere gli ultimi scampoli d'estate, a bordo di uno di quei camioncini adibiti a camperino, che farà loro da casa.

Federico e' dell'avviso di cercare un lavoro in una farm per la raccolta di kiwi, il frutto per cui ci si ricorda che al mondo esiste anche un paese chiamato Nuova Zelanda.
Alice mi dira' poi che "kiwi" e' il modo in cui si chiamano i neozelandesi e la loro moneta, utilizzato anche dagli aborigeni locali per definire i coloni. Tornando a Federico e al suo progetto di viaggio, mi dice che ha voglia di restare almeno un po'anche per cercare se' stesso, come suggerisce maliziosamente Laura.
In proposito rifletto ad alta voce condividendo con loro come ogni viaggio, di fatto, diventi occasione per lo svelamento di un se' diverso. Questo, almeno, e' quel che di solito capita a me.

Laura invece non ha un vero progetto in merito alla Nuova Zelanda, si da 3 mesi di tempo per cercare o "farsi trovare" da qualcosa che la convinca a restare dopo i quali decidera', che suona più come un "vorrei tornare in Italia". Mi racconta infatti che le sue partenze, generalmente, hanno il senso di raccogliere orizzonti ed esperienze diverse da portarsi a casa, che colloca in Italia.
La capisco bene, oltre a condividere a pieno il sentire dei due ragazzi con i quali viene immediatamente naturale instaurare un buon feeling.

Alessandro, invece, che di anni ne ha più di 30 e' diretto in Nuova Zelanda , nell'isola del sud, per fare il cantiniere.
Forte come lo spazio di una chiaccherata abbia il potere di ridisegnare chiaramente nella mia testa i confini geografici di un paese, forse tra i più lontani, che ho senz'altro incontrato sui libri di Geografia o su qualche rivista, ma che evidentemente non mi e' rimasto e di cui mi approprio solo ora.
In Italia Alessandro era disoccupato, così tramite un amico ha deciso di cercarsi una possibilità in questo luogo "molto altrove" ed ha agganciato una cantina, la seconda di Nuova Zelanda, che l'ha assunto per due mesi, dopo i quali si augura di restare.

Dulcis in fundo resto io che mi sono mossa verso l'Australia con diversi intenti tra i quali quello di ri-trovare la mia grande amica Alice, per conoscere ed un po' "assaggiare" il suo nuovo modo di vivere, oltre al desiderio di esperire un nuovo paese dove incontrare, farmi stupire, compenetrare ma anche perche' no sconvolgere da quella natura così potentemente wild che ho tutta la voglia di trovare.

1 commento:

  1. Sere... mi porti in giro con i tuoi racconti ed è un po' come fare assieme un pezzo del tuo viaggio. Quante volte ho pensato che vorrei fare come Federico e Alessandro?Non so se è una questione di coraggio di tuffarsi nell'ignoto o è paura di un cambiamento che catturi senza più ritorno :-)
    Aspetto la tua prossima orma. Un bacino, Stè

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