martedì 27 marzo 2012

L'arte di ammazzare il tempo

West Australian road

Attraversare grandi spazi geografici per tratte aeree che contano 20 ore e poco più, oltre a non so quanti fusi orari, e' una pratica, oltre ad essere un concetto, che a noi italiani riesce difficile accettare senza che ci si lamenti almeno un po'.

Proprio a partire da quest'osservazione, che inizialmente ha tutte le caratteristiche fisiche e psichiche dell'insofferenza, ho modo di comprendere e provare "sulla pelle" che l'Australia e' davvero molto lontana.

Così, dopo essermi domandata almeno 10 volte "ma chi me l'ha fatto fare", ora ho cambiato il disco.
Eccomi perciò sul secondo aereo che mi porta da Dubai a Melbourne cercando di imparare a "godermela" in questo spazio temporale dove mi sono state "regalate" 13 ore e mezzo on board, tutte da spendere come desidero.

Con me viaggiano vari esemplari umani che sembrano non curarsi minimamente della variabile tempo, eccetto i bambini che piangono, evidentemente spazientiti da questa dimensione spazio-temporale in una sospensione mica tanto naturale.
Come li capisco, ma non potendo sfogare la mia impazienza emotivamente, mi propongo di razionalizzare il tutto. In che modo? Beh fisicamente osservando e riproponendo lo stare placido degli altri, mentalmente pensando che ci si abitua un po' a tutto e se abiti in Australia, ti viene meglio o semplicemente più naturale gestire queste sospensioni nel tempo.
Vabbe' facciamo che mi ci abituerò. Una risposta ai miei interrogativi su come reggere le lunghe distanze in questo paese l'ho poi trovata tra le pagine di Chatwin che, in proposito, diceva come le anfetamine aiutassero gli autotrasportatori a coprire lunghi tratti.
Ah ecco!

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